WORKSPASE BY GIAMMETTA ARCHITECTS = HI HUMAN


Full interview – Repubblica Affari e Finanza – 01/06/2020
 
WORKSPACE BY GIAMMETTA ARCHITECTS = HI HUMAN
 
“ Tutto il mondo del lavoro non dovrà solo confrontarsi con le nuove disposizioni normative ma, a nostro giudizio, proiettare la propria filosofia verso un futuro in cui la giusta distanza sociale dovrà essere una opportunità e non solo una necessità.
Negli ultimi anni, sulla scia del mercato, si sono costruiti modelli e dinamiche di lavoro, basati principalmente su parametri economici e produttivi, sicuramente necessari, ma che in momenti come questi stanno dimostrato il loro limite.
Oggi e’ diventato necessario un approccio diverso alla progettazione degli spazi di lavoro, riportando l’uomo e l’ambiente al centro degli interessi collettivi e sociali, e ancor più riflettere sul reale significato della parola “sostenibilità”.
Abbiamo imparato ad utilizzare la tecnologia non solo per velocizzare sempre di più le nostre performance, ma per unire ciò che il lock down aveva separato e raggiungere luoghi e persone, in una realtà virtuale che unica ci teneva legati al mondo lavorativo e relazionale.
Ora dobbiamo confrontarci con parole tipo “luogo”, “privacy”, “tempo”, “qualità”, “rispetto per la persona”, “igiene”, “sanificazione” , ristabilendo l’equilibrio tra luogo e persona attraverso un modello di operatività che garantisca il benessere ed il giusto ritorno economico.
Progettiamo spazi di lavoro da circa 20 anni, e sappiamo bene quanto sono complessi i parametri con cui questo settore si deve confrontare quotidianamente: uomo, abitudini, velocità, performance, obiettivi, competitività, privacy, condivisione.
Competenza, professionalità e programmazione saranno i cardini su cui fondare lo sviluppo di questo settore, che non lascerà più spazio all’improvvisazione e all’ignoranza.
Abbiamo visto proliferare in questi ultimi giorni, le più fantasiose ipotesi per aggirare o affrontare il problema della distanza sociale e della sicurezza personale, ma ci vuole ragionevolezza e competenza per affrontare un problema di così gradi proporzioni, e non basta la fantasia e la creatività, ma una visione antropocentrica dove l’uomo venga posto al centro dell’obiettivo di ogni schema lavorativo, che deve essere concepito come occasione per liberare e dare spazio alle proprie capacità e nello stesso tempo trasferire ben-essere.
Certamente la tecnologia avrà un ruolo fondamentale per la trasformazione di questo settore, ma sarà necessario un lavoro di mediazione tra passato e futuro, tra tradizione e tecnologia, dove la parola d’odine sarà flessibilità e adattamento alle esigenze del tempo reale, senza perdere mai il valore del rapporto umano, indispensabile per ogni esperienza costruttiva.
L’obiettivo sarà creare un luogo in grado di ospitare le persone in totale apertura, ma in grado di frammentarsi e suddividersi in tanti micro-mondi, nel caso in cui il rispetto della distanza sociale diventi un obbligo.
Si dovrà studiare una nuova distribuzione dei luoghi di lavoro, che consenta di ottenere non solo una corretta distanza ma una giusta “dimensione d’aria” per agevolare il nostro respiro.
È la filosofia del lavoro che deve adeguarsi, e non solo a questa emergenza, ma ad un più sostenibile “sistema” di lavoro. Un approccio olistico che ci spingerà sempre di più ad ambire alla “qualità” della dimensione lavorativa e del luogo.
Nell’era della digitalizzazione, lo spazio di lavoro deve adeguarsi alle esigenze di mobilità, perché oggi non si trascorrono più tutte le ore lavorative seduti su una sedia, ma si va in trasferta, si partecipa a riunioni fuori e dentro gli uffici, si fanno sopralluoghi e si partecipa a corsi di formazione fuori sede; ed ancora di più oggi, in emergenza sanitaria, tutto si deve poter trasportare tra le mura della propria casa, mantenendo attiva la macchina lavorativa. La risposta è un nuovo modello di lavoro, l’Activity Based Working (ABW), o il New Way of Working (NWOW), dove si evolve il concetto di spazio lavorativo, in modo da permettere di effettuare conference call connessi con uno smartphone, utilizzare sale riunioni modulabili per meeting face to face, tenere workshop con i colleghi in aree condivise, e organizzare brain storming in aree esterne, anche immerse nella natura, in modo da consentire il libero fluire della propria creatività.
Si rafforza il concetto di mobility all’interno dell’ufficio: da un layout tradizionale caratterizzato da canonici worksetting (ufficio operativo, open space e meeting room) si passa a un layout evoluto, contraddistinto da worksetting multidisciplinari, dove i diversi livelli operativi si possano mescolare e diventare team, le sale riunioni diventare spazi di condivisione e gli uffici chiusi spazi di concentrazione e meditazione.
Le aziende dovranno investire sul capitale umano e creare spazi di lavoro che stimolino la creatività, perché la tecnologia e le intelligenze artificiali sostituiranno l’uomo nelle funzioni meccaniche e tecniche e saranno indispensabili sempre di più cervelli in grado di creare, coordinare, gestire, progettare.
Lo spazio di lavoro dovrà essere pensato come “spazio scenico”, macchina tecnologica in grado di mutare e trasformarsi a seconda delle esigenze, aprirsi e chiudersi, permettere il cambiamento e l’evoluzione delle tecnologie, utilizzando un complesso e lungimirante sistema di predisposizioni impiantistiche speciali.
Il trattamento dell’aria sarà uno dei temi da affrontare con particolare attenzione, e non sarà più sufficiente progettarne le portate e la temperatura, ma bisognerà garantirne la corretta distribuzione dei flussi sulla base dell’occupazione degli spazi, e il corretto filtraggio e igienizzazione. Grazie all’uso di tecnologie sempre più evolute ed intelligenti potremo gestire l’orientamento differenziato e meccanizzato delle bocchette di mandata, il filtraggio dell’aria, il trattamento igienizzate del ricircolo, e la sterilizzazione dei canali di distribuzione e dei filtri.
La tecnologia consentirà di rendere più attivo il rapporto tra persona e luogo consentendoci di agire e reagire a qualsiasi condizione di criticità.
Lo spazio del lavoro sarà quindi HI-HUMAN, un “luogo” in grado di trasferire benessere a 360 gradi, in cui la tecnologia sia uno strumento a servizio dell’uomo e non solo un fine.
Flessibilità, originalità, modularità, effetto sorpresa ed uso di materiali sostenibili e facilmente igienizzabili, saranno i nostri nuovi cardini di progettazione dei luoghi di lavoro.”
(architetto Marco Giammetta – Giammetta Architects)